Durazzano
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Il castello, ubicato sul Monte Longano, ha avuto un ruolo strategico nella storia medievale di Durazzano, situato in una valle circondata dal Monte Burrano a sud, Monte Longano a nord, Monte Aglio ad ovest e la gola di Tagliola, che apre la valle verso Sant'Agata de' Goti.
Notizie storiche
Il castello, costruito nel XIV secolo per volere di Carlo III di Durazzo, re di Napoli, nel 1409 fu venduto a Giovanni Cicinello, e più tardi a Baldassarre Della Ratta, conte di Caserta. Nell' ultimo ventennio del XV secolo fu concesso ad Antonio della Ratta, il cui periodo di signoria fu animato da aspre lotte con i vicini. In una cruente battaglia, lo stesso Antonio fu imprigionato nel forte di Sant’Agata dei Goti.
In occasione dei festeggiamenti per la sua liberazione nel castello fu ospite la regina di Napoli, Giovanna d' Angiò. Nel 1523 i della Ratta vendettero a Lucrezia Caracciolo il feudo e il castello di Durazzano, passati poi alla famiglia Spinelli e, nel 1555, a Francesco d' Aquino. Nel 1562, dopo una breve signoria di Federico Tomacelli, feudo e castello furono riscattati da Beatrice della Ratta. Diana, figlia di quest’ultima, li vendette, a sua volta, al marito Antonio Gargano. Dopo alterne vicende, nel 1749 il feudo divenne Terra Regia mentre il castello, prima adibito a sede del Governatore, venne frazionato in diverse proprietà e modificato nell' aspetto originario per adattare la struttura alle esigenze abitative.
Dati caratteristici
Il castello presenta un impianto planimetrico quadrangolare caratterizzato da un cortile centrale, di forma rettangolare con quattro torri cilindriche angolari. Le torri presentano una base scarpata delimitata all' imposta da una cornice torica in tufo. Le cortine murarie, anche esse scarpate, sono costituite da conci squadrati di tufo e presentano lunghezza variabile sui quattro fronti. Su di esse, come sulle torri angolari, erano rinvenibili le tracce della merlatura originaria e la presenza di saettiere a doppia apertura, che consentivano, anche dall' interno, l'offesa in tutte le direzioni. Al fine di rendere la fortezza inespugnabile, nella prima metà del XV sec., fu realizzato un ampio e profondo fossato, in cui circolava l' acqua derivata dalla sorgente Condotti, sita alle pendici del monte Burano.
Al castello si accedeva mediante un ponte levatoio, oggi sostituito da una struttura in calcestruzzo. Lo stesso fossato non è più facilmente visibile per la realizzazione, nel secolo scorso, di scadenti costruzioni. Queste ultime ostacolano la visione completa del castello, deturpato da aggiunte moderne e dall' apertura sui fronti di balconi e finestre, derivate dalla destinazione residenziale del forte e dal frazionamento della proprietà. Il portale d' accesso, aperto sul fronte settentrionale, è caratterizzato dalla presenza dello stemma in marmo della famiglia Durazzo e da un’asola nella muratura che presuppone la presenza di una porta a saracinesca. Attualmente sono identificabili tre livelli: un piano terra, originariamente destinato a scuderia e ai locali di servizio , un primo piano e il sottotetto. Al piano nobile, nonostante la suddivisione in ambienti diversi, è possibile riconoscere la struttura di un grandioso salone, oggi frazionato e originariamente decorato da affreschi, di cui non resta che qualche frammento.
Bibliografia minima
Atti dell’Archivio corrente della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storico-Artistici ed Etnoantropologici per le province di Caserta e Benevento.
L. Santoro, Castelli angioini ed aragonesi nel regno di Napoli, Milano, 1982