Grottolella
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Il Castello Macedonio è situato al culmine di un colle, a 550 m di altitudine, nel comune di Grottolella, in un luogo strategico sulla strada che dal capoluogo irpino portava a Benevento. Con la sua compatta mole il fortilizio ancora oggi fa prevalere la sua posizione dominante sulla valle del torrente San Giulio, affluente del fiume Sabato, e sull’antico nucleo urbano, parzialmente accentrato ad avvolgimento intorno ad esso.
Notizie storiche
La prima notizia del fortilizio risale alla metà del XII secolo, quando fu assediato e distrutto dalle truppe guidate da Ruggiero II il Normanno. Possesso della famiglia locale de Farneto, nel 1173 apparteneva a Ruggiero de Crypta, ad un cui discendente, Guerriero, nel 1239 venne affidato dall’imperatore Federico II il prigioniero milanese Gerardo Pollice per essere custodito nelle segrete del castello. Passato ai de Montjustin, nel 1355 pervenne per volere di Giovanna I d’Angiò ai d’Aquino, da cui fu alienato nel 1466 alla famiglia Carafa, che lo tenne fino al 1596. Ultimi feudatari che vi dimorarono furono fra il 1597 e il 1645 alcuni componenti della casata de Ponte, ai quali, con il titolo ducale nel 1617 seguirono i Macedonio, che trasformarono il maniero nel corso della metà del XVII secolo in una dimora gentilizia castellata e ne conservarono la proprietà fino all’abolizione dei diritti feudali (1806). L’aspetto esterno attuale del castello, di proprietà privata, nonostante i vari rimaneggiamenti e le ristrutturazioni subite nel corso dei secoli è ancora quello quattrocentesco.
Dati caratteristici
Il Castello presenta la forma planimetrica di un quadrilatero, disposto sull’asse nord-ovest/sud-est, articolando i suoi corpi di fabbrica attorno ad un cortile interno, secondo uno schema regolare, con tre torri angolari cilindriche ed una torre quadra notevolmente rimaneggiata. Al complesso si accede da un portale ad arco aperto nella cortina settentrionale, interposta tra le due torri angolari sud ed ovest, che immette in un androne voltato a botte da cui si passa nello spazio cortivo, a pianta rettangolare, con moderna pavimentazione in laterizio a spina di pesce. Dotato di pozzo cisterna centrale, intorno al cortile si sviluppa l’edificio: si può accedere sia ai vani del pianterreno, adibiti ad armeria, magazzini e stanze-dormitorio, sia agli alloggi residenziali del piano superiore: due saloni sono ricavati nel braccio meridionale e in quello orientale, mentre altri ambienti signorili sono nel braccio nord ed in quello ovest. Ben conservate le torri angolari difensive: la torre cilindrica dell’angolo nord presenta un lieve basamento scarpato e si sviluppa su due livelli superiori sovrapposti. La torre posta allo spigolo ovest, a pianta quasi circolare con lieve basamento a scarpa, ha due ambienti sovrapposti superiormente, ed una cappella gentilizia on decorazioni in stucco e pitture parietali al pianoterra. Allo spigolo sud della cortina muraria ovest è la terza torre cilindrica, con alto basamento scarpato e due piani sovrapposti resi intercomunicanti da una scala elicoidale in muratura. All’angolo est delle mura perimetrali è la torre quadrangolare, inglobata in parte dalle strutture ottocentesche ubicate nell’angolo sud-est, ma sporgente ancora dal profilo di pianta. La muratura delle torri, cosi come quella dell’intero complesso fortificato, è costituita da pietre di calcare di diverse dimensioni e forma miste a tufelli irregolari e malta cementizia.
Bibliografia minima
G. Galasso, Torri e castelli in Irpinia, Atripalda 1991
Autore: Giampiero Galasso