Maddaloni - Istituto Italiano dei Castelli - Sezione Campania

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Maddaloni
Il complesso fortificato di Maddaloni è costituito da tre unità, distribuite sulle vette di due colline attigue: un castello, in posizione centrale, una torre inferiore, detta degli Artus, ed una superiore isolata detta "castelluccio. Una murazione di cinta con torrette di guardia a pianta quadrata corre lungo il pendio nord-est.
La posizione orograficamente adatta alle funzioni difensive che le alture dei monti Tifatini garantiscono, denota una scelta di continuità materica e cromatica col paesaggio circostante.

Notizie storiche  
Della fabbrica di epoca normanna dà notizia lo storico locale, Giacinto de Sivo, sulla base di un documento contenuto nel regesto dell'abbazia di Sant'Angelo in Formis, datato 1099. Tuttavia si fa risalire il complesso fortificato all'epoca delle scorrerie di Goti, Longobardi e Saraceni.   L'esistenza di un castrum fortificato dell'antica Calatia romana, troverebbe conferma anche nella differenza materica e costruttiva che si legge sulla parete sud-est del castello, dove si rinvengono nella parte inferiore blocchi in tufo grigio squadrati dell’impianto bizantino e in quella superiore conci in calcare e in tufo grigio, di forma irregolare della fabbrica longobarda. Alla dominazione normanna, segue il restauro dell’epoca sveva, in cui il Castrum Magdaloni figura tra i castelli  che Federico II mette a punto nel 1231. Al  possesso regio, segue il dominio feudale dal 1390, allorché la fortezza viene data in concessione a Carlo Artus, e termina all'inizio del Quattrocento con l'esecuzione degli Artus.
Dopo un importante restauro durante il dominio aragonese ad opera dei   Caracciolo, un incendio nel 1460 decreta l'abbandono del castello e l'inizio di una fase di declino. Nel 1475 Alfonso d'Aragona concede la città ai Carafa,  e con la realizzazione del nuovo Palazzo dei Carafa  la costruzione medievale perde la funzione politica e sociale. Tra Settecento e Ottocento il castello ospita  papa Benedetto XIII, l'infante di Spagna Carlo di Borbone,  Francesco I e Ferdinando II di Borbone. Dal 1821 la proprietà passa ai conti de Sivo, con rifacimenti nel 1860, dopo la strenua resistenza dei borbonici ai garibaldini.

Dati caratteristici                 
Il nucleo centrale, inizi secolo XI, si struttura  a pianta trapezoidale con mastio angolare.
Residenza reale per quasi tutto il medioevo, il volume presenta, accanto al torrione centrale, il palazzo, che si estende  a sud-est negli ampliamenti riconducibili all’epoca federiciana e all'inizio del Quattrocento. I locali interrati,   prigioni e locali di deposito, presentano varie cisterne e cunicoli sotterranei.
Nel mastio, la tessitura muraria mostra la tipica disposizione disordinata in conci di calcare irregolari e senza corsi, ricavati con rapide operazioni di spaccatura dal banco lapideo affiorante, che ricorre nelle fabbriche longobarde e normanne. L'alternanza del calcare con il tufo grigio, di piccola pezzatura e   irregolare, fa supporre l'utilizzazione di materiale di spoglio.
La torre degli Artus,  di fine Trecento, è tipicamente angioina, di forma cilindrica alta e scarpata. Il paramento  in tufo grigio, in pessimo stato di conservazione per effetto del cedimento di fondazione che la cava limitrofa ha determinato, presenta tre tori in piperno, che non fungono da marcapiano, e un coronamento con beccatelli,  composto da tre mensole aggettanti sovrapposte. L'opera muraria  è costituita da due fodere in conci di tufo grigio, a tratti di pezzatura regolare, a filari sub-orizzontali, con un'intercapedine riempita con elementi lapidei irregolari, schegge, frammenti di mattoni e malta abbondante. La torre cilindrica denominata "castelluccio”, ubicata su un'altura contigua a quota superiore, con funzione semaforica, è a base scarpata tronco-conica, circondata da un doppio circuito di mura a pianta dodecagona all'interno e circolare all'esterno, che ne accresce il carattere difensivo. Il sistema costruttivo è tipico delle fabbriche longobarde, con un’apparecchiatura muraria che si avvale di conci irregolari in pietra bianca calcarea.

Bibliografia
G. Ausiello, Il complesso fortificato di Maddaloni: un castello in pietra e … in aria, in "Castelli in Terra, in Acqua e … in Aria” Colloqui Internazionali "Castelli e Città Fortificate”, Pisa, 2002.
L. Santoro, Tipologia ed evoluzione dell'architettura militare in Campania, in Archivio storico per le provincie Napoletane, III serie, Società editrice di Storia Patria, Napoli, 1970.


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