Marigliano

Il castello è ubicato ai margini del centro storico di Marigliano, in un contesto urbano attualmente caratterizzato dalla vicina Piazza Roma e dalla Villa Comunale, alla quale fa da fondale. Attualmente l'edificio, molto rimaneggiato soprattutto negli interni, è frutto degli interventi successivi, in particolare di quelli voluti dalla famiglia Mastrilli tra il XVII e il XVIII sec..
Notizie storiche
Di origini romane, per lungo tempo chiamata Marelianum o Marellanum, di certo esisteva un nucleo cinto da mura, a sviluppo rettangolare con strade ortogonali tra loro e quattro porte di accesso alla citta. Di tali fortificazioni si ha notizia in documenti e cartografie fino al XIX sec., . Se ne conservano tracce in torri e tracce di mura realizzati in opera incerta inglobati nell’edilizia attuale. A cavallo dell'originaria cinta muraria della città fu fatto costruire il Castello, nel 1134 ad opera del normanno Roberto de Medania conte di Acerra, cui venne affidato il feudo di Marigliano. Prima della conquista angioina il castello compare nell’elenco di quelli appartenenti al Regio Demanio ed era custodito da un castellano; dopo esser tornato ai d'Aquino, che già ne risultavano signori intorno al 1239, nel 1294 divenne possedimento della corte angioina. Probabilmente distrutto durante la guerra tra Angiò e Durazzo, nel 1421 risulta appartenere a Giovanni Antonio del Balzo Orsini e nel 1479 ad Alberico Carafa. Con la discesa di Carlo VIII il castello di Marigliano divenne teatro di operazioni militari e venne saccheggiato e parzialmente distrutto; concesso col ritorno della pace a Ferrante Gonzaga, fu acquistato da Geronimo Montenegro nel 1574. In un documento del 1627 si legge che le carceri, tenute da Cesare Zattera, sono vicino al castello; Zattera nel 1638 venderà a Giulio Mastrilli feudo e castello di Marigliano, di cui il Mastrilli. Il Castello, ormai Palazzo Ducale, rimase di proprietà dei Mastrilli fino al 1935, quando l'ultimo erede del Duca, Giulio Mastrilli, lo vendette all’Ordine delle Suore Vincenziane che ancora oggi lo occupano.
Dati caratteristici
Dell’antica fortezza la costruzione conserva l’impianto: una cinta esterna a pianta trapezoidale quasi quadrata, con torri circolari angolari e un corpo centrale rettangolare con fossato proprio. Le ampie logge porticate, le eleganti finestre e gli altri elementi decorativi della facciata sono frutto della trasformazione settecentesca della fabbrica militare in dimora gentilizia.
La cinta difensiva esterna presenta tutte le caratteristiche degli impianti di epoca angioino-aragonese: è costituita da una cortina muraria e da torri circolari angolari, con base scarpata e redondone. La cortina è costituita da un camminamento largo circa 5,5 metri, controscarpato dal lato interno verso il fossato. Le torri angolari, tutte uguali per forma e dimensioni sono perfettamente circolari, con raggio di circa 5,5 metri, ed altezza di circa 12 metri compresa la base scarpata. Un ampio fossato, scavalcato da un ponte in muratura, separa la cinta esterna dal Palazzo.
Il corpo di fabbrica centrale, anch’esso su base scarpata, ha un perimetro di circa 150 metri e insiste su un’area di circa 1300 metri quadri. Pur essendo il prodotto di notevoli stratificazioni, sembra strutturarsi sull’impianto originario del castello, ricalcando l’immagine di un donjon normanno. Nella torre a nord-ovest esiste ancora la barriera daziale, con lo stemma marmoreo dei Carafa. Dal punto di vista formale il castello presenta un disegno semplice e lineare con elementi decorativi e costruttivi d’interesse, come i porticati, le torri e gli stemmi. Con la trasformazione in Palazzo Ducale nel 1751 il duca Mario fece realizzare, sul lato nord della fortificazione, un grande parco, denominato Boschetto, in cui amava dar luogo a cacce alla lepre.
La cinta difensiva esterna presenta tutte le caratteristiche degli impianti di epoca angioino-aragonese: è costituita da una cortina muraria e da torri circolari angolari, con base scarpata e redondone. La cortina è costituita da un camminamento largo circa 5,5 metri, controscarpato dal lato interno verso il fossato. Le torri angolari, tutte uguali per forma e dimensioni sono perfettamente circolari, con raggio di circa 5,5 metri, ed altezza di circa 12 metri compresa la base scarpata. Un ampio fossato, scavalcato da un ponte in muratura, separa la cinta esterna dal Palazzo.
Il corpo di fabbrica centrale, anch’esso su base scarpata, ha un perimetro di circa 150 metri e insiste su un’area di circa 1300 metri quadri. Pur essendo il prodotto di notevoli stratificazioni, sembra strutturarsi sull’impianto originario del castello, ricalcando l’immagine di un donjon normanno. Nella torre a nord-ovest esiste ancora la barriera daziale, con lo stemma marmoreo dei Carafa. Dal punto di vista formale il castello presenta un disegno semplice e lineare con elementi decorativi e costruttivi d’interesse, come i porticati, le torri e gli stemmi. Con la trasformazione in Palazzo Ducale nel 1751 il duca Mario fece realizzare, sul lato nord della fortificazione, un grande parco, denominato Boschetto, in cui amava dar luogo a cacce alla lepre.
Bibliografia minima
Esposito A. e Villano G. (1996) - Marilianum ’96. Riscoperta storico-artistica della città. di Marigliano.
Esposito A. e Villano G. (1996) - Marilianum ’96. Riscoperta storico-artistica della città. di Marigliano.
F. Cordella, Marigliano, in A guardia del territorio. Castelli ed opere fortificate dell’Ager Nolanus, Nola 2007
Autore scheda: Marina Sorbino